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- Proloco di Saltara -

Chiesa del Gonfalone

Sulla chiesa esistono solo poche informazioni prima del XVII secolo, sopra il portale è riportato Anno Domini 1649 riferendosi all’intervento edilizio sulla facciata. A partire dal 1764, l’interno assunse l’elegante fisionomia di una struttura tardo barocca, caratterizzata da stucchi e gessi. Particolarmente affascinante è il soffitto dipinto a cassettoni, a imitazione di quelli di legno intagliato, decorati con motivi di finto marmo, racemi floreali e dorature.

 

Durante un lungo restauro, nel 2013 è stato rivelato un esteso affresco di grande impatto sulla contrafacciata, raffigurante il “Giudizio Universale”, attribuito a Stefano Folchetti di San Ginesio, pittore marchigiano attivo fra Quattro e Cinquecento, la cui opera fu notevolmente influenzata da Vittore Crivelli. Questo affresco mostra un Cristo Giudice in una mandorla di luce fra cherubini e serafini, mentre eletti e dannati sono divisi dall’Arcangelo Michele intento a pesare le loro anime, con i risorti divisi tra beati e dannati. In una zona laterale sono raffigurate le pene per i vizi capitali e i crimini violenti, con iscrizioni in caratteri gotici. Interessante è una scritta incisa con un ferro appuntito, “1544… porta… Saltara”, forse indicando le congiunzioni astrali Giove/Saturno di quest’anno come apportatrici di sventura.

 

Sull’altare maggiore si trova un crocifisso ligneo del Settecento. La grande pala d’altare rappresenta la “Deposizione dalla Croce”, attribuita alla scuola del Perugino, realizzata in modo da sembrare piuttosto un dipinto murale, grazie all’utilizzo di una tempera i cui colori mantengono una luminosità opaca. È il cosiddetto “guazzo”, tecnica delicata di cui sono molto rari gli esemplari ancora conservati.

Sulla sinistra è collocata una tela di Sant’Antonio da Padova di Giovanfrancesco Guerrieri di Fossombrone (1589-1657), noto rappresentante del barocco marchigiano, che mostra una scena narrata nel “Liber Miracolorum”: Il beato Antonio venne ospitato da un abitante del luogo dove predicava, che gli assegnò una stanza propria. Mentre il beato pregava da solo nella camera, il padrone occhieggiava di nascosto e vide comparire tra le braccia del beato il Gesù Bambino. A questa legenda il Guerrieri aggiunge la presenza della Madonna che accarezza la testa del santo sotto la presenza luminosa dello Spirito Santo in una gloria di angeli, a terra l’emblematico giglio. A sinistra, dalla porta appena scostata, si intravede il padrone di casa.

 

Sulla destra, nella nicchia per l’altare detto “della Concezione”, una volta riservato alle donne della Confraternita, è collocata una pala del XVII secolo del “L’Assunzione della Madonna” di autore ignoto. Addossata alla controfacciata una pregevole balaustra barocca in legno dipinto. Il campanile della Chiesa del Gonfalone è dotato di tre campane fuse nel 1816.

 

La sacrestia della chiesa ospita la sala dei mosaici (MOS): un allestimento multimediale commenta i reperti musivi Romani scoperti nel 1928 vicino all’antica Via Flaminia.

 

Orario di apertura:

Domenica 10.00-12.30

Sabato 16.00-19.00 (giugno-settembre)

 

Contatti:

spadoni.michele@alice.it

3337693956