SEMPRE AL FIANCO DELLA COMUNITA'

- Proloco di Saltara -

Il Museo delle tradizioni popolari

La ex-Chiesa della Fonte a Saltara, decorata con bellissimi affreschi risalenti al Quattrocento, vanta un’interessante esposizione che mescola elementi sacri e profani legati alle tradizioni locali. Tra gli oggetti esposti vi sono antichi strumenti e attrezzi legati ai mestieri tradizionali del luogo, come ad esempio un antico telaio, corde e cappelli di feltro prodotti dagli artigiani locali, nonché giochi tradizionali come il gioco del bracciale. La mostra contiene inoltre una vasta gamma di elementi utilizzati durante la tradizionale Processione del Venerdì Santo a Saltara, tra cui la statua del Cristo Morto sull’antico cataletto, la veste dell’incappucciato anonimo e la sua croce, i simboli della passione, cappe e medaglioni delle quattro confraternite del paese, e antichi stendardi e lampioni, in gran parte originali del 1847, anno in cui la Confraternita della Maria SS. Addolorata ripristinò l’evento storico-religioso. La Processione del Cristo Morto ha le sue origini nell’epoca medievale e si svolge ancora oggi ogni Venerdì Santo a Saltara.

 

Le Confraternite di Saltara

A Saltara, fino oltre la metà del secolo scorso esistevano quattro confraternite, pie associazioni di laici che avevano la comune finalità dell’espletamento del culto e della carità cristiana. Le famiglie benestanti che spesso si contendevano il potere civile e religioso, lasciarono a queste associazioni cospicue eredità per accaparrarsi un po’ di Paradiso, con l’obbligo di far celebrare le Messe in loro suffragio. Sono questi i beni che permisero alle confraternite la costruzione e la manutenzione di chiese, l’abbellimento  di dipinti e di sacre arredamenti delle chiese, il sostentamento dei sacerdoti, la carità verso i poveri ed il mantenimento di opere pie ed ospedali.

 

Ogni Confraternita aveva una fisionomia particolare durante le processioni, i riti stabiliti e i funerali dei confratelli: La “Confraternita del Santissimo Sacramento” che aveva sede nella Chiesa della Fonte (o Chiesa del SS Sacramento) vestiva “la cappa bianca con mantelletta turchina”. La “Confraternita di Maria Santissima Addolorata”, ricostituita il  6 maggio 1846 per solennizzare la Processione del Cristo Morto, vestiva “il sacco di tela negra con mostrine color rosa e cingolo bianco” con sede nella Chiesa San Pier Celestino. La “Confraternita del Santo Rosario”, prima nel tempio di S. Pier Celestino e nella Chiesa della Villa dal 1792, vestiva “cappa bianca e mantellino giallo”. La “Confraternita del Crocifisso”, con sede nella Chiesa del Gonfalone dal 1649, indossava “cappa bianca con mostrine e mantelletta rossa”. Dopo la volontà di Sisto V nel 1586 si è formata alla fine del cinquecento la “Confraternita dei Cordigeri” con sede nella Chiesa di San Francesco in Rovereto, col simbolo penitenziale del cordone francescano. I cordigeri si portavano processionalmente a piedi dal castello di Saltara alla chiesa di Rovereto: l’usanza è rimasta fino verso la metà del 1900, la processione si svolgeva nel lunedì di Pasqua e nel martedì di Pentecoste.

 

Ancora oggi si realizza ogni anno la Processione del Cristo Morto il Venerdì Santo, dove sono portati gli antichi oggetti originali che caratterizzano quattro delle Confraternite, gli stendardi dei Misteri ed i lampioncini  illuminati da candele. Il corteo è aperto da tre figuranti vestiti con le cappe e i cappucci neri, che hanno il compito di portare una grande croce in legno e che appartengono alla “Confraternita dell’Addolorata”.

 

La Processione del Cristo Morto

La Processione del Cristo Morto a Saltara, che si tiene ogni Venerdì Santo sera a Saltara, è un’emozionante manifestazione di fede, tradizione e storia che risale all’epoca medievale. Ripristinata nel 1847 dalla Confraternita della Maria Santissima Addolorata, questa suggestiva cerimonia ha conservato il suo spirito originario attraverso i secoli, diventando un appuntamento imprescindibile per la comunità e un’attrazione per i visitatori da ogni dove.

 

Il corteo si apre con una scena potente: soldati romani, guidati dal centurione, aprono la via al Cireneo, una figura emblematica di questa tradizione. Il Cireneo, come gesto di penitenza, porta una pesante croce, e cammina scalzo e incappucciato, avvolto in una tunica scarlatta. La sua identità, mantenuta segreta, è fonte di grande fascino e mistero, stimolando curiosità e profonda commozione tra i partecipanti e gli spettatori. Questa scelta di anonimato sottolinea l’umiltà e la profondità dell’impegno spirituale.

Il corteo prosegue con le rappresentanze delle quattro confraternite locali, distinguibili per i colori delle loro cappe e cappucci, che portano medaglioni antichi e lampioni illuminati da candele. Seguono gli apostoli, le pie donne, e i fanciulli, questi ultimi incaricati di portare i simboli della Passione di Cristo, elemento centrale della loro preparazione alla prima comunione. Si uniscono alla processione i popolani, impersonati da uomini, donne e bambini della comunità, che con dedizione perpetuano questa tradizione secolare.

Il punto culminante della processione è l’antico cataletto su cui riposa la statua del Cristo Morto, sostenuto dalle ginocchia della Madonna Addolorata, simbolo del dolore e dell’amore materno infinito. Il silenzio rispettoso che accompagna la sfilata è rotto solo dal rintocco solenne del tamburo, creando un’atmosfera di profonda riflessione e preghiera.

 

Il centro storico di Saltara, illuminato da fiaccole, offre uno scenario incantevole, con le sue ombre suggestive che danzano lungo le mura medievali, trasportando i partecipanti e gli osservatori in un viaggio indietro nel tempo. Il percorso invita a una visita del borgo medievale, offrendo l’opportunità di immergersi completamente nella magia e nello spirito di questa tradizione senza tempo.

 

I cappellai di Saltara 

I cappellai locali hanno una lunga storia, con testimonianze risalenti addirittura ad un atto del 1618. E’ stata provata da documenti d’archivio la presenza di un discreto numero di cappellai nel paese già alla fine del settecento. Nella seconda metà del XIX secolo, la manifattura dei cappelli diventa la produzione principale di Saltara, si contano 53 botteghe di cappellai, nelle quali lavora circa un terzo della popolazione del paese. I cappelli prodotti a Saltara sono principalmente per uomo, realizzati in lana o in pelliccia di coniglio o lepre, con quelli di lana più diffusi per la loro durata e convenienza economica, mentre quello di pelo rimane il cappello per le grandi occasioni.

Alla fine dell’ottocento la produzione industrializzata della cappelleria in Italia guadagna sempre più importanza, a Saltara invece si rimane con il metodo della produzione artigianale, sfornita di ogni attrezzatura meccanica. Solo all’inizio del novecento sorgono a Saltara due stabilimenti che si possono considerare industriali, quelli dei Diambri e dei Curina. Negli anni ‘30, sfumato il progetto di una grande fabbrica Diambri-Curina a Calcinelli, entrambi sono costretti a chiudere a causa della concorrenza meccanizzata proveniente da Monza, dove si fabbricano in media cinquantamila cappelli al giorno.

 

Il cordaio

Il mestiere del cordaio ha avuto un ruolo significativo nell’ambito agricolo della valle del Metauro, con corde utilizzate per vari scopi come tenere appaiati i buoi che trainavano l’aratro oppure legare il fieno, la paglia o attingere acqua dai pozzi.

La preparazione delle corde coinvolgeva sia adulti che ragazzi, che avevano il compito di girare la grande ruota con delle forme da cui uscivano le corde. Queste poi venivano allungate da un giovane con un gancio legato al fianco, mentre camminava lungo un vialetto nel vecchio borgo.

 

Le donne che vendevano maritozzi

Durante gli anni ’50 e ’60, la piazza sotto le mura di Saltara ospitava mercati e fiere molto frequentate, quando l’attività principale fu ancora l’agricoltura. In queste occasioni, alcune donne preparavano i maritozzi, panini al latte soffici, a forma ovale, con semi di anice e ricoperti di zucchero glacé, che erano molto apprezzati. Le donne li disponevano su cesti di vimini ricoperti da un telo bianco, ricamato o con pizzo e chiunque partecipasse al mercato non poteva tornare a casa senza averne acquistato almeno uno.

 

I berlingozzi

Il berlingozzo è un dolce tipico della tradizione contadina locale. Questa leccornia, a forma di castagnolo e preparata con soli due ingredienti principali (farina e uova), richiede un processo di preparazione lungo e complesso. Dagli anni ‘20 fino agli anni ‘60 del secolo scorso si organizzava la “Festa della berlingozzara”, una manifestazione tipica del Carnevale in un primo tempo, successivamente invece estiva. La festa, risalente al XVII secolo, vedeva la scenografica piazza di Saltara adornata di cestini pieni di berlingozzi, sospesi in alto su fili tra le mura medievali e le case. Durante la sfilata dei carri allegorici, su uno dei quali si trovava la berlingozzara, i fili venivano spezzati e sulla folla, a gaudio di tutti, scendevano tanti berlingozzi.

 

Il gioco del bracciale

Lo sferisterio era il campo in cui si svolgeva il gioco del bracciale, uno spazio vicino alle mura castellane, questo perché era necessaria una sponda per la battuta. Il gioco si disputava fra due squadre che si lanciavano reciprocamente la palla tramite il bracciale. Questo bracciale era costituito da un unico pezzo di legno a forma cilindrica, ricoperto da punte di legno dette bigoli o becchi. La palla consisteva da due parti: una esterna, la corazza, formata da otto spicchi di pelle di vacca cuciti insieme; all’interno una camera d’aria.

I giocatori indossavano pantaloncini bianchi alla zuava e una camicia bianca, in vita portavano una fascia colorata rossa e ai piedi calze bianche e scarpe da tennis alte.

La squadra era formata da tre giocatori: il battitore, la spalla, il terzino, più il mandarino. Il battitore partiva dal trampolino, un piccolo piano inclinato, con lo scopo di agevolare la rincorsa e il mandarino che gli stava più avanti gli alzava la palla in modo che potesse colpirla al volo. Aveva così inizio la partita.

Saltara aveva una squadra molto conosciuta che sfidava quelle dei paesi vicini, ma anche lontani, come

quella di Treia (Macerata) e Faenza. Dall’alto delle mura che delimitavano un lato del campo da gioco, i Saltaresi seguivano i vari momenti della partita.

 

Il ciclismo a Saltara

La passione dei saltaresi per il pedale è storica: La “Polisportiva Omicioli” fu fondata nel 1923, la prima gara ciclistica risale al 1926. Da allora sono stati organizzati numerosi campionati italiani di varie categorie e importanti gare a livello nazionale ed internazionale – fino a giungere alla Settimana Tricolore (2003), alla Va Tappa Tirreno-Adriatico (2005) e alla 7° tappa Cesena-Saltara del 89° Giro d’Italia (2006). Per il 91° Giro d’Italia (2008) la Polisportiva Omicioli di Saltara  è stata incaricata di organizzare il Cronometro individuale da Pesaro a Urbino e nel 2009 nel Giro d’Italia del Centenario di coordinare tutta la giornata della 16° tappa  Pergola – Monte Petrano. Poi, nel 2013, per il 90° anniversario della fondazione della Polisportiva, il Giro d’Italia torna di nuovo a Saltara con l’8° tappa Gabicce Mare-Saltara, una tappa a cronometro individuale molto impegnativa.

 

Manifestazioni di rilievo organizzate dalla Polisportiva A. Omicioli:

1932 Pre-Olimpica per LOS ANGELES

1933 Campionato italiano indipendenti

1936 Indicativa valida per il Tour de France

1950 Gara nazionale indipendenti

1953 Campionato nazionale indipendenti

1954 1° prova campionato europeo indipendenti

1955 Prova selettiva campionato italiano indipendenti

1973 Prova unica di preparazione al campionato europeo Juniores

1975 Prova pre-mondiale dilettanti Juniores

1978 Campionato italiano dilettanti di II° serie

1979 Campionato italiano allievi

1986 Campionato italiano Juniores

1989 Campionato italiano Juniores

1993 Campionato italiano militare

2003 Settimana Tricolore

2005 V a Tappa Tirreno-Adriatico

2006 Giro d’Italia – 89° edizione: Arrivo della 7° tappa Cesena – Saltara

2008 Giro d’Italia – 91° edizione: Cronometro individuale da Pesaro a Urbino

2009 Giro d’Italia del centenario – 92° edizione: Organizzazione della tappa Pergola – Monte Petrano

2013 Giro d’Italia – 96° edizione: Cronometro individuale Gabicce Mare – Saltara

 

Orario di apertura:

Domenica 10.00-12.30

Sabato 16.00-19.00 (giugno-settembre)

 

Contatti:

spadoni.michele@alice.it

3337693956