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- Proloco di Saltara -

Il Convento e la Chiesa di San Francesco in Rovereto

 

Nell’omonima località sorge il monumentale Convento e Chiesa di San Francesco in Rovereto, risalente a circa il 1215, rendendolo uno dei primi conventi francescani delle Marche, che oggi viene utilizzato per ritiri spirituali e incontri culturali. Si narra che San Francesco fondò il primo nucleo del convento durante un pellegrinaggio in terra marchigiana, quando nel 1208 si sarebbe qui fermato a pregare. Un’indulgenza concessa dal pontefice Nicolò IV nel 1291 testimonia la presenza di una congregazione di frati minori conventuali. La chiesa attuale, di stile tardo gotico, è stata costruita nel 1434, come indicato dall’iscrizione sull’abside. La torre campanaria a pianta quadrata è stata aggiunta nel 1576.

 

L’abside semipoligonale, ripartita da colonnette pseudotortili convergenti verso il centro della volta e in buona parte affrescata, presenta un notevole ciclo di affreschi attribuiti a Giovanni Antonio di Bellinzoni da Pesaro (1415-1477), composto da tre riquadri, divisi tra loro da costoloni, ornati con motivi di tralci e nastri. Nell’ornamento superiore si riconoscono le rose quadripetale dell’epoca dei Malatesta, che qui vengono proposte in maniera stilizzata. Nello spazio centrale è raffigurata la Crocifissione con la Madonna e San Giovanni. Nel riquadro di sinistra vengono rappresentati la Santa Mustiola di Chiusi, cara ai Malatesta, San Paolo e San Pietro; in quello di destra San Sebastiano, San Francesco ed il Beato Galeotto Roberto Malatesta, fratello di Sigismondo, morto a soli 21 anni. Galeotto è vestito dalla tonaca da frate, con le mani giunte e sotto la scritta “Frat. Galaot. Rubert Mal”. E’ ritenuto come il ritratto più somigliante di Galeotto Malatesta.  Ai piedi dei due santi, alle estremità, si legge il loro nome: “s(ancta) Mustiola” e “beat.(us) Galeot.(us) Rubert.(us) Mal.(atesta)”. La figura del Beato Galeotto Roberto Malatesta è strettamente legata alla storia di Rovereto, dove fu ospite poco prima di morire nel 1432.

 

Sulle pareti laterali sono presenti affreschi di Paolo Volsci di Serrungarina, il San Bonaventura”, dottore francescano, vestito con il ricco abito cardinalizio, sotto il quale si intravede il saio francescano, accanto i santi Sebastiano e Rocco, e “L’albero della Resurrezione”, espressione figurativa cara al tardo gotico tedesco, con le tappe della vita di Cristo, che si conclude al vertice con la Croce. Alla base di questa c’è il cappello cardinalizio ed il sole, simbolo della dottrina della Chiesa.

 

Nella cappella laterale, residuo della chiesa originaria, si trova un crocifisso del XVIII secolo e un prezioso affresco attribuito ad Allegretto Nuzi di Fabriano (1320-1373), raffigurante la “Crocifissione con San Francesco, la Vergine e San Giovanni”.

Nell’abside a sinistra la “Santa Maria del Soccorso” col tipico randello in mano che scaccia il demonio che insidia un bambino, a destra “Maria protettrice di San Francesco”, in primo piano Maria col Bambino con in mano un uccellino, in secondo piano la chiesa di San Francesco in Rovereto.

Altre opere d’arte presenti includono l’affresco “Sant’Antonio da Padova”, collocabile fra il XVII e XVIII secolo, e una “Madonna in trono col Bambino”, caratterizzata dal trono a forma di conchiglia, dal drappeggio e dalle fattezze della Madonna e del Bambino del XVI secolo, attribuita a Paolo Pittore di Serrungarina. Sulla fiancata occidentale una tela del primo cinquecento, la “Vergine col Bambino”, posta sul timpano dello splendido altare dell’Immacolata Concezione.

 

Sulla sinistra l’altare della compagnia dei cordigeri, con lineare cornice sovrastata  da ricco timpano e abbellito da una interessante tela di scuola baroccesca  risalente al 1593, la tela dei Cordigeri, che venne commissionato e donato dalla Congregazione dei Cordigeri di Saltara. Si legge “EX TESTAMENTO DNAE PAULUS UXORIS Q.D.I. PETRI RINALDI DE SALTARIA” (per testamento di donna Paola moglie al fu signore Giovanni Pietro Rinaldi di S.S. CORDONE DE SALTARA SOTTO IL PRIORATO DI POMPILIO RANUCCI L’ANNO  Saltara), “QUESTA OPERA F.F.(fece fare) LA COMPAGNIA DEL  MDLXXXIII A DI XV DE APRILE”. La duplice scritta sotto questa tela lascia intendere che la stessa potrebbe essere stata sottoposta ad un ritocco effettuato, però da mani inesperte. “La Madonna, San Francesco e la distribuzione dei cordoni” raffigura nei minimi particolari la confraternita dei Cordigeri, che aveva come simbolo penitenziale il cordone francescano.

 

Degna di nota per fastosità è l’imponente cantoria barocca in legno intagliato addossata alla controfaccatia, così come tutto quanto sopravvive dell’artistico apparato decorativo aggiunto fra ‘600 e ‘700, in particolare i grandi altari lignei intagliati e dorati e il grandioso ciborio posto a coronamento dell’altare maggiore.

Nella parete destra, sopra l’acquasantiera, è presente un frammento di un arco gotico, probabilmente un elemento di riporto della preesistente chiesa.

 

Info e prenotazioni: 0721896286